Scusa.
Scusa, papà. Se l’intelligence nonché i polpastrelli
sanno di nostalgiche, remote. Vicini di palazzo e caccole.
È’ l’ar-r-rimmetica: da qui a qui, nel sottoscala. Prendimi!
Un serpente mangia l’altro. Prima di sera ti avrò finito.
Tutti i pensieri fatti e quelli ancora da fare, in un batter d’occhi;
reumatismi permettendo, poca plastica attorno. Tesserini.
«Di dove, se posso?»
«Di Daytona, Florida. Siamo gemelle, in tutto per tutto».
«Se cadono le lampade, non si spaventi».
Scritta per l’esercito della salvezza, un giovedì. Come
per tirare le cuoia. Levarsi di torno giubilo e carezze. Via!
Bandiere nella stratosfera, mosse dall’universo che inspirando
manda al centro dei polmoni lo sketch divertente
di un pappagallo che avrebbe voluto saper scrivere
le parole che ripeteva. Così da poterle sbocconcellare…