Nosferatu.
di Lucio Mayoor Tosi
Non è muta la lamiera, niente affatto: duole quando la mazza picchia,
e si sente. Emette il suo grido inascoltato il sasso lanciato, che arriva.
E così le persiane alle finestre quando gemono per il vento.
Se sfregate, anche le stoffe sospirano. Tintinnano spesso anche i vetri.
Riconosco la voce inconfondibile della mia giacca quando riposa –
è un composto di lana, memoria sbiancata d’erba e sassi.
Ancora innamorata del vento. Viva quanto chi l’indossa.
Strano destino. Pietre franano accidentalmente in montagna.
Cadute e imprecazioni. Non poter morire.
Shakespeare mi sta giocando uno strano scherzo. Urge tenerlo a bada.
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ho individuato questi versi eccellenti:
Tintinnano quei cretini di vetri.
Riconosco la voce inconfondibile della mia giacca quando sussurra –
lo fa spesso:
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Sì, grazie Giorgio.
E’ solo l’abuso di senso che mi sconcerta, non è nelle mie finalità. D’altra parte si è fatto un pensiero tanto chiaro che non aveva bisogno di stravaganze…
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